Fast fashion

2025-01-23


La consapevolezza è di moda: il prezzo nascosto della fast fashion.

È sempre più centrale il tema della fast fashion, dei suoi rischi e del suo impatto. La possibilità di acquistare capi alla moda, a basso prezzo, che arrivano comodamente a casa nostra percorrendo centinaia di migliaia di km, ha infatti un lato oscuro della medaglia, che non sempre conosciamo o di cui non siamo pienamente consapevoli quando acquistiamo.

La produzione rapida e a basso costo di capi d'abbigliamento ha, infatti, un impatto ambientale e sociale devastante in termini di inquinamento, diritti dei lavoratori e sostenibilità del settore, inoltre, spesso comporta rischi per la salute di consumatori, connessi alla presenza di livelli elevati di sostanze tossiche nei capi commercializzati da alcuni colossi cinesi.

La nostra salute non ha prezzo.

La testata tedesca Oko-Test ha effettuato delle analisi rilevando in alcuni capi tracce di piombo e cadmio, antimonio tossico e dimetilformammide. Dai test è emerso, inoltre, che alcune scarpe contenevano livelli elevatissimi di ftalati (superiore di 15 volte al limite della direttiva europea REACH). Si tratta di sostante potenzialmente dannose per chi le indossa, in grado anche di causare anche malattie dell´epidermide, fino a incidere sulla fertilità e sullo stato di salute.

Federconsumatori, da tempo è impegnata al fianco dell´Associazione Tessile e Salute per proteggere la sicurezza dei consumatori: approfondendo la questione è emerso che in Europa vi è una crescita esponenziale del volume di queste merci, che ogni giorno arrivano a bordo di aerei cargo, con conseguenze notevoli anche sull´ambiente. I controlli su queste merci sono effettuati a campione e spesso le aziende scelgono di far sbarcare le merci laddove le verifiche possono risultare meno rigide.

Una volta che le merci arrivano in Italia, poi, i dubbi e le lacune in materia sono molti, per questo abbiamo chiesto al Ministero della Salute chiarimenti e opportuni interventi di tutela.

I rischi per l´ambiente.

L'industria della moda, in particolare quella fast fashion, è una delle più inquinanti al mondo, sia in termini di consumo di risorse naturali, che di emissioni di gas serra. Vediamo perché:

  • La produzione di cotone richiede enormi quantità di acqua. Per produrre una sola maglietta in cotone servono circa 2.700 litri, l'equivalente di ciò che una persona beve in due anni e mezzo.
  • La produzione di fibre sintetiche, come il poliestere, è altamente energivora, in quanto deriva dal petrolio. Questi materiali rappresentano il 60% dei tessuti utilizzati nel settore.
  • L'industria della moda è responsabile del 10% delle emissioni globali di CO?, le principali fronti di emissioni includono: la produzione di tessuti sintetici, i processi industriali, il trasporto dei prodotti (spesso realizzati in Paesi lontani dal mercato di vendita).
  • La fast fashion è, inoltre, tra le principali responsabili dell´inquinamento delle acque. Circa il 20% dell'inquinamento idrico industriale globale proviene dal trattamento e dalla tintura dei tessuti. Inoltre, i tessuti sintetici, come poliestere e nylon, rilasciano microplastiche durante i lavaggi: tali frammenti finiscono negli oceani, entrando nella catena alimentare e creando danni ingenti agli ecosistemi marini.
  • Non da ultimo la fast fashion è causa di una eccessiva produzione di rifiuti: circa il 57% degli abiti finisce in discarica o viene incenerito, spesso dopo pochi utilizzi. Le fibre sintetiche impiegano centinaia di anni a decomporsi.


Rischi sociali.

La fast fashion, oltre a un grave impatto sull´ambiente e un rischio sulla salute di chi indossa i capi, genera anche gravi ripercussioni sociali. La maggior parte della produzione avviene in Paesi in via di sviluppo (Bangladesh, India, Vietnam, ecc.), dove lo sfruttamento dei lavoratori consente di determinare prezzi così bassi. I lavoratori, spesso donne e bambini, sono pagati con salari da fame e si trovano in condizioni di lavoro precarie, con orari estenuanti e scarsa sicurezza. I lavoratori, inoltre, sono spesso esposti a sostanze chimiche tossiche utilizzate nella tintura e nel trattamento dei tessuti, che possono causare gravi problemi di salute.

Cosa possiamo fare per ridurre l'impatto della fast fashion?

Essere consapevoli di ciò che acquistiamo e pensare alle conseguenze delle nostre azioni è il primo passo. Ecco alcune indicazioni utili, da tenere a mente quando acquistiamo:

o   Acquistiamo meno, acquistiamo meglio: scegliendo capi di qualità, che durano più a lungo, magari sostenendo marchi sostenibili o second-hand.

o   Riutilizziamo e scambiamo: siti di scambio o di vendita di abiti e accessori usati, magari vintage, swap party (eventi in cui le persone si riuniscono per scambiarsi vestiti, accessori, scarpe o altri oggetti usati, senza scambi di denaro), sono tutte occasioni per acquistare/scambiare capi responsabilmente.

o   Cerca etichette come GOTS (Global Organic Textile Standard), Fair Trade o Bluesign per esser certo che i tuoi acquisti siano eticamente certificati.

o   Calcola il tuo impatto: quando acquisti un prodotto online, calcola l´impatto ambientale della spedizione, attraverso le numerose piattaforme ed estensioni dedicate, oppure acquista presso quelle piattaforme o siti che ad ogni acquisto contribuiscono alla riforestazione.








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