
È stata appena approvata dal
Parlamento Europeo la nuova direttiva con cui le istituzioni comunitarie
intendono contrastare il sempre più diffuso fenomeno del greenwashing nei Paesi
membri. Stando a quanto emerge dalle rilevazioni dell´Ufficio Europeo
dell´Ambiente (EEB), sul mercato europeo il 75% dei prodotti riporta sulla
confezione indicazioni ambientali e/o ecologiche ma oltre la metà di queste
sono fuorvianti o infondate. La normativa appena varata è finalizzata
soprattutto a ridurre nella misura maggiore possibile l´impiego da parte delle
aziende di strategie di marketing scientemente studiate per ingannare i
potenziali acquirenti sulla reale sostenibilità dei prodotti. La direttiva
rende l´etichettatura dei prodotti più chiara e affidabile, disponendo
l´obbligo di prove scientifiche misurabili e certificate da enti terzi per
l´utilizzo di indicazioni ambientali generiche (ad esempio "ecologico",
"naturale", "biodegradabile" ecc.) e vietando di identificare un´azienda come
"green" se solo una parte minoritaria del lavoro e dei sistemi di produzione
sono stati resi più sostenibili.
Dopo la pubblicazione sulla
Gazzetta Ufficiale dell´UE, gli Stati membri dispongono di due anni di tempo
per recepire il testo nelle rispettive legislazioni nazionali.
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