
In questi giorni si è svolto ad
Amsterdam il congresso della Società Europea di Cardiologia, nel corso del
quale sono stati presentati i risultati di due studi da cui emerge una stretta
correlazione tra il consumo regolare di cibi ultraprocessati e un netto
peggioramento della salute, soprattutto a carico del cuore, dei vasi sanguigni
e del cervello.
Una delle due indagini presentate
è stata realizzata dall´università di Sidney, in Australia, dove un campione di
10mila donne è stato seguito e monitorato per 15 anni: al termine del periodo
di test è emerso che i soggetti che hanno consumato una maggiore quantità di
alimenti ultraprocessati presentavano un rischio superiore del 39% di
sviluppare ipertensione rispetto a chi ne ha assunte quantità minori.
Nel corso del congresso sono
stati inoltre illustrati gli esiti della metanalisi condotta dai ricercatori
della Air Force Military Medical University di Xi´an, in Cina, che dopo aver
esaminato un campione di oltre 325mila soggetti di entrambi i sessi hanno osservato
che coloro i quali consumano maggiori quantità di alimenti ultraprocessati
mostrano un aumento medio del 24% del rischio di infarti, angina e ictus a
fronte della diminuzione del 15% dei medesimi rischi riscontrata invece in chi
ne consuma meno.
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