In coordinamento con il Ministero della Salute, i Carabinieri dei Nuclei Anti Sofisticazione hanno realizzato una capillare operazione di controllo di numerose strutture sanitarie e socio-assistenziali pubbliche e private in tutta Italia. Le verifiche sono state svolte in particolare in merito alla gestione e all’operato dei sanitari, visto che a causa della carenza di personale queste stesse strutture ricorrono frequentemente a contratti di appalto con società esterne finalizzati appunto a disporre delle professionalità necessarie a fornire i servizi di cura e assistenza.

Le forze dell’ordine hanno controllato quasi 2mila strutture e svolto verifiche su 11.600 tra medici, infermieri, operatori socioassistenziali, tecnici di laboratorio e altri operatori sanitari: in 165 casi le posizioni lavorative sono risultate irregolari.

Le cooperative hanno fatto in modo che presso le strutture in questione esercitassero medici di età superiore a quella prevista dai contratti, hanno impiegato ausiliari privi del prescritto titolo abilitativo in luogo di professionisti socio-sanitari (o.s.s.) e ancora hanno inviato personale medico non specializzato per l’incarico da ricoprire (ad esempio medici generici non formati per gestire parti cesarei impiegati in ostetricia e ginecologia o medici non specializzati in medicina di urgenza inviati presso il pronto soccorso).

Dalle indagini sono inoltre emersi decine di casi di esercizio abusivo della professione (svolgimento di attività infermieristiche in assenza di iscrizione all’albo e senza il riconoscimento dei titoli acquisiti all’estero).

Tra gli interventi più rilevanti si segnalano quello dei NAS nelle RSA e nelle case di riposo a Torino, a Milano ad Alessandria, a Firenze, a Latina, a Campobasso, a Catania e a Napoli.