Lo studio “Siti web&diritti privacy, livello di accessibilità agli elementi informativi”, condotto da Federprivacy, ha rilevato che la quasi totalità dei siti web italiani (il 98,7%) non risponde agli standard di inclusività previsti dalla normativa vigente. In base a quanto disposto dal Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali, i siti devono garantire agli utenti la facile consultazione dell’informativa sulla privacy, mettendo quindi a disposizione delle persone svantaggiate tutti gli strumenti necessari per esercitare i propri diritti in materia di protezione dei dati personali. Nel panorama italiano, però, solo l’1,3% delle piattaforme presenta messaggi audio e video, icone e altre modalità specificamente finalizzate ad agevolare non solo i portatori di qualsiasi forma di disabilità ma anche altri segmenti di utenza che, per motivazioni linguistiche e/o culturali, possano risultare svantaggiate. Così, quindi, un nutrito numero di utenti rischia di fatto di restare escluso, del tutto o parzialmente, dalla vita online, che costituisce ormai il contesto in cui ad oggi si svolgono la maggior parte delle attività sociali. Nell’ambito dello studio è stato inoltre stilato un apposito vademecum per la redazione di informative sul trattamento dei dati personali indirizzate a persone in condizioni di svantaggio linguistico, culturale e socio-politico nonché a soggetti affetti da disturbi specifici di apprendimento, disabilità sensoriale e deficit cognitivo lieve.