L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha realizzato, sulla base di dati 2019-2020, un report da cui emerge una preoccupante e crescente livello di contaminazione delle falde acquifere italiane. Sono stati analizzati più di 31mila campioni e nel 55,1% dei punti controllati è stata riscontrata la presenza di pesticidi, soprattutto erbicidi, insetticidi e fungicidi.
Nel report vengono evidenziate differenze di rilievo tra i dati relativi alle aree del Nord Italia e quelli che invece riguardano le zone del Meridione ma è necessario tenere presente come tale evidenza derivi principalmente da una diversa quantità di monitoraggi: le indagini nelle regioni del Sud sono infatti meno rappresentative, sia in termini di rete, sia in termini di sostanze controllate. Al Nord, dunque, la presenza di pesticidi nelle falde acquifere risulta più alta rispetto alla media nazionale e viene rilevata nel 67% dei punti delle acque superficiali e nel 34% delle acque sotterranee.
La presenza di pesticidi nelle acque superficiali risulta in aumento nel periodo compreso tra il 2011 e il 2020: nell’ultimo anno in cui sono state svolte le rilevazioni, la frequenza di ritrovamenti dei pesticidi nei campioni analizzati raggiunge il valore massimo del 57,2%.
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