
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato un report in cui si mette in luce il legame tra cambiamento climatico e salute mentale. Alla luce dei risultati dell’indagine l’OMS ha quindi chiesto che gli interventi di sostegno psicologico vengano inclusi nelle politiche adottate dai vari Stati in risposta alla crisi climatiche. Al momento risulta che tale decisione sia stata adottata solo in 9 Paesi. Al riguardo esiste peraltro un precedente di rilievo, poiché anche dal rapporto stilato dall’ Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) emerge che i cambiamenti ambientali si ripercuotono negativamente sul benessere psicofisico, provocando stress, ansia, depressione e addirittura comportamenti suicidi.
E’ stato inoltre riscontrato come questi stessi cambiamenti si ripercuotano in misura e intensità differente sugli individui in base a diverse variabili, come la condizione socioeconomica, il sesso e l’età, anche perché nei Paesi a basso e medio reddito solo una persona su quattro ha accesso ai servizi di salute mentale.
Nel report dell'OMS si raccomanda quindi di integrare gli interventi sui servizi di salute mentale nei programmi nazionali sul clima, di investire in azioni globali, di ridurre le vulnerabilità tramite approcci basati sulla comunità e di assicurare adeguati finanziamenti al supporto psicosociale.
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