Di recente il motore di ricerca ha pubblicato il proprio rapporto annuale sul marketing ingannevole, realizzato proprio nel quadro di una sorta di “operazione trasparenza” che l’azienda californiana sta conducendo per mostrare agli utenti i provvedimenti assunti per rendere più affidabili gli annunci pubblicati sul web. Stando a quanto riportato nella relazione, lo scorso anno quasi 3 miliardi e mezzo di annunci sono stati cancellati proprio per aver violato le policy di Google e oltre 5,6 milioni di account di inserzionisti sono stati sospesi per aver pubblicato contenuti che non rispettavano gli standard richiesti dal motore di ricerca. Ora Google permette di segnalare un annuncio nel caso in cui l’utente reputi che il contenuto violi la policy aziendale e di bloccare un’inserzione qualora l’utente ritenga che il contenuto violi la policy aziendale e ha inoltre introdotto la funzionalità INFORMAZIONI su ciascun annuncio, in modo da consentire agli utenti di capire per quale motivo venga mostrata una determinata inserzione e di sapere da chi sia stata pubblicata.  

Facebook da parte sua sta implementando una serie di nuove funzionalità per consentire alle piccole imprese di migliorare la propria comunicazione con i clienti anche su Instagram e WhatsApp: grazie alle nuove inserzioni native, ad esempio, le aziende possono utilizzare gli annunci direttamente con il proprio account Business di WhatsApp, senza doverli completare attraverso altre app, e su Facebook possono filtrare i lead di bassa qualità. Grazie al modulo interattivo, arricchito con immagini e testo, le aziende possono inoltre fornire ai potenziali clienti maggiori informazioni sulla propria attività.