A metà aprile sono partite le prime somministrazioni della quarta dose del vaccino anti-Covid, raccomandata a over 80, anziani ospiti nelle Rsa e a soggetti di età pari o superiore a 60 anni che presentino condizioni di elevata fragilità motivata da patologie concomitanti o preesistenti. Tra questi ultimi rientrano, ad esempio, le persone affette da Malattie respiratorie patologie cardiocircolatorie, neurologiche, cerebrovascolari e respiratorie, sclerosi multipla, diabete, cirrosi epatica, fibrosi cistica e polmonare idiopatica, distrofia muscolare, anemia, sindrome di Down, grave obesità e forme di disabilità fisica, sensoriale, intellettiva e psichica.

Il Ministero della Salute ha chiesto al Comitato Tecnico Scientifico di valutare l’eventuale necessità di estendere la raccomandazione della quarta dose anche ad altri soggetti ma al momento il CTS ritiene che le evidenze disponibili non consentano di esprimere un pronunciamento in proposito.

Fino a questo momento dagli studi sui booster aggiuntivi non sono emersi problemi di sicurezza e gli esperti ricordano come la vaccinazione resti la più efficace forma di prevenzione nei confronti del Coronavirus.