Il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha pubblicato una scheda informativa relativa ai sistemi di videosorveglianza privata al fine di chiarire cosa sia consentito o meno nell’installazione di telecamere di vigilanza. Per poter installare ed attivare tali sistemi senza alcuna autorizzazione formale sono necessari tre prerequisiti di base:

• Le videocamere devono inquadrare e riprendere soltanto le aree di esclusiva pertinenza della persona fisica che ne disponga l’attivazione (non possono quindi essere oggetto di ripresa le aree condominiali e/o di terzi);
• Qualora si renda necessario, per questioni di sicurezza, riprendere parzialmente anche aree che invece siano di pertinenza altrui, è doveroso adottare specifici interventi tecnici finalizzati ad oscurare tali parti delle immagini;
• Nei casi in cui sulle aree inquadrate una servitù di passaggio in capo a terzi, è necessario acquisire formalmente e una tantum il consenso alla ripresa da parte del soggetto titolare di tale diritto.

Il Garante, inoltre, precisa che:

• Non devono essere riprese aree aperte al pubblico (ad es. strade)
• Le immagini non devono essere divulgate o condivise con terzi.

Nel caso dei sistemi di sorveglianza da installare nei condomini, la decisione di attivare un sistema di videosorveglianza deve essere deliberata dall’assemblea condominiale, con il consenso della maggioranza dei millesimi dei presenti. La presenza delle telecamere deve essere opportunamente segnalata con appositi cartelli.

Considerando che nella maggior parte dei casi la sicurezza e la tutela del patrimonio costituiscono le principali finalità della videosorveglianza, le registrazioni dovrebbero essere conservate non più di qualche giorno per poi essere cancellate, preferibilmente con meccanismi automatizzati. Fanno eccezione, naturalmente, le circostanze in cui l’autorità giudiziaria e/o le forze dell’ordine ne chiedano la conservazione per un tempo più lungo in relazione ad un’attività investigativa in corso.