La FAO ha diffuso i risultati del report “Lo stato della terra e delle risorse idriche nel mondo per Agroalimentare – Sistemi al punto di rottura”, da cui emerge che nei prossimi decenni la disponibilità di risorse idriche e le condizioni del suolo potrebbe presentare drammatiche criticità, anche perché già ora gli ecosistemi terrestri, acquatici e del suolo hanno raggiunto un livello critico di stress. Entro il 2050 è previsto l’incremento del 50% del fabbisogno di cibo per una popolazione mondiale che dovrebbe raggiungere quota 10 miliardi, che si tradurrà a sua volta nell’aumento dei prelievi di acqua per l’agricoltura con conseguenze potenzialmente disastrose non solo sul fronte ambientale ma anche dal punto di vista economico e sociale.  

Le aree urbane occupano meno dello 0,5% della superficie terrestre ma sono cresciute ad un ritmo esponenziale, impattando in misura determinante sulle risorse: come si legge nel rapporto, il degrado del suolo indotto dall’attività umana colpisce circa il 34% dei terreni agricoli, pari a 1.660 milioni di ettari. Lo studio sottolinea dunque come gli attuali modelli di agricoltura non si stiano dimostrando sostenibili, evidenziando la necessità e l’urgenza di individuare soluzioni alternative ricorrendo alle tecnologie e all’innovazione. E’ inoltre fondamentale gestire i suoli e le risorse idriche con modalità più inclusive e flessibili, tutelando prima di tutto i soggetti più vulnerabili ai pericoli climatici e ai rischi socioeconomici, come piccoli agricoltori, donne, giovani e popolazioni indigene.