Facebook nel mirino del Garante della Privacy per il furto dei dati personali di oltre 530 milioni di utenti

2008-04-21


Lo scorso anno le informazioni personali di più di 530 milioni di utenti sono state illecitamente sottratte dai database di Facebook e proprio in questi giorni sono diventati gratuitamente disponibili in rete su un sito web di hacker. Di recente il popolare social network è stato sanzionato dall’Antitrust per problematiche connesse al trattamento a fini commerciali dei dati degli utenti ed ora la questione della riservatezza delle informazioni personali degli iscritti torna sotto i riflettori in seguito all’intervento di un’altra Authority: il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha raccomandato a Facebook di attivare un servizio attraverso il quale gli utenti possano appurare se il proprio numero di telefono e/o il proprio indirizzo email siano coinvolti nel furto di dati.

A titolo precauzionale, è consigliabile modificare le credenziali di accesso dell’account, meglio se con un’autenticazione a due fattori: a tale proposito è preferibile evitare l’impiego della numerazione telefonica associata a Facebook per questa stessa verifica, poiché il numero potrebbe già essere stato clonato o sfruttato per una truffa.

In attesa che Facebook metta a disposizione degli iscritti uno strumento di verifica, ecco alcuni che possono far capire che una numerazione telefonica è stata sfruttata a scopi illeciti.

  • Anomalie nel funzionamento della linea, ad esempio improvvisa assenza di campo in luoghi dove normalmente invece si riscontra una buona ricezione: in questo caso verificate tramite il servizio clienti del gestore se qualcun altro non abbia illecitamente chiesto e ottenuto, fingendosi l’intestatario del contratto, il trasferimento della numerazione su un’altra SIM (sim swapping);
  • Amici, parenti e/o contatti noti che riferiscano di aver ricevuto richieste di denaro, di aiuto o di trasmissione di dati personali ricevute da provenienti dal vostro numero di telefono;
  • Diffidate da siti e link che offrono un servizio di verifica della possibile presenza delle proprie informazioni personali nel “pacchetto” di utenze sottratte: questi stessi siti potrebbero a loro volta utilizzare illecitamente i dati immessi per la ricerca.







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