Nel 2016 l’Antitrust ha comminato una sanzione di 1 milione di euro a Vodafone Italia per pratiche commerciali scorrette, in seguito alla riduzione dei tempi di fatturazione da 30 giorni a 4 settimane, a tutto svantaggio degli utenti. All’epoca dei fatti la compagnia ha rimodulato i piani tariffari, comunicando la variazione via sms ai clienti di telefonia mobile e con un messaggio in fattura ai clienti di telefonia fissa. In entrambi i casi è stato precisato che in caso di recesso sarebbero state addebitate le eventuali rate residue previste dal contratto nonché, per gli utenti legati ad una permanenza minima contrattuale, l’ammontare della penale per recesso anticipato.
L’AGCM ha ritenuto scorretto il comportamento di Vodafone, che da parte sua ha impugnato la multa. Il TAR del Lazio, tuttavia, ne ha appena stabilito la legittimità, confermando così l’attuazione da parte della società di comportamenti che, di fatto, hanno limitato la libertà di scelta degli utenti.
Il Tribunale ha pertanto confermato le conclusioni dell’AGCM, respingendo il ricorso.
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