
Nel corso degli anni nel nostro Paese si è diffusa una crescente sensibilità in merito allo spreco alimentare e alla gestione delle eccedenze di cibo, tuttavia la strada da percorrere per ridurre in misura consistente e significativa l’enorme quantità di cibo che viene gettata nella spazzatura è ancora lunga. Gli ultimi dati parlano chiaro: gli italiani sprecano alimenti per un valore di circa 15 miliardi di euro. Considerando che circa l’80% degli sprechi avviene nell’ambito domestico, è utile ricordare che per limitare la quantità di cibo che finisce nella spazzatura occorre in primis porre particolare attenzione alla conservazione e alle tempistiche di consumo degli alimenti. Molti prodotti, se mantenuti nelle condizioni adeguate, possono essere consumati anche oltre il termine riportato sulla confezione: lo yogurt si può mangiare anche 2 o tre giorni dopo la scadenza ma la tolleranza arriva a ad un paio di mesi se si parla di prodotti conservati come pasta secca, tonno in scatola, olio e bibite. Per contro, ci sono invece cibi freschi facilmente deperibili, in cui la data indicata è tassativa: è il caso, ad esempio, del latte fresco e delle uova, che appunto non devono essere consumati dopo la scadenza.
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