
In seguito alla rilevazione di un’elevata concentrazione di sostanze perfluoroalchiliche (note anche con la sigla PFAS) nelle acque di alcune zone del Veneto dovuta all’attività della Miteni s.p.a. e in relazione a cui 13 persone sono indagate per inquinamento delle falde acquifere, il governatore Luca Zaia ha disposto il divieto di consumo di pesce pescato in decine di Comuni della Regione fino al 30 giugno prossimo. Si tratta di sostanze impiegate nella produzione di numerosi oggetti di utilizzo comune, dai capi di abbigliamento ai cartoni per alimenti passando per il filo interdentale e le pentole antiaderenti e che, se smaltite non correttamente nell'ambiente, penetrano con estrema facilità nelle falde acquifere, raggiungendo così campi coltivati e di conseguenza gli alimenti.
Considerando che i PFAS fanno parte dei cosiddetti interferenti endocrini (quindi modificano l’attività ormonale) e che possono provocare infertilità e cancro, la Regione ha appunto vietato il consumo di prodotti ittici pescati in 30 Comuni nell’area compresa tra Vicenza, Verona e Padova.
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