
Sono in continuo aumento sul web le “romance scams”, cioè i raggiri sentimentali ai danni di donne che vengono corteggiate e che subiscono poi vere e proprie estorsioni di denaro. Stando a quanto rilevato dalla Polizia Postale, in questo tipo di frodi si verifica una netta divisione tra i sessi: se da una parte gli uomini sono quasi sempre oggetto di ricatto dopo scambi di materiali a luci rosse, le donne diventano invece il bersaglio di inganni per così dire romantici. Lo schema seguito dai truffatori è sempre lo stesso: un uomo che si presenta come bello ed economicamente benestante inizia un corteggiamento serrato nei confronti della vittima attraverso un falso profilo social, mostrando modi eleganti e cortesi. Una volta ottenuta la fiducia della donna, il sedicente corteggiatore richiede somme di denaro – naturalmente da versare con sistemi non tracciabili Money Transfer – utilizzando dei pretesti, come la perdita della carta di credito.
Gli impostori riescono ad ottenere anche migliaia di euro prima di scomparire nel nulla con i proventi della truffa, che poi risultano pressoché impossibili da recuperare, così come è difficilissimo arrestare i colpevoli.
Il fenomeno si sta diffondendo a macchia d’olio, tanto che sono nate delle Associazioni che si occupano di sostenere le vittime – nelle quali scatta una vera e propria dipendenza affettiva nei confronti del falso spasimante – e che raccolgono le segnalazioni relative ai profili fake e ai truffatori. Tra l’altro solo in pochi casi il raggiro viene denunciato, poiché spesso nelle vittime scatta un senso di vergogna che spinge appunto alla riservatezza.
Anche se non è facile smascherare l’imbroglio, ci sono comunque alcuni dettagli che possono costituire un campanello d’allarme e a cui prestare attenzione. In genere il profilo-tipo del truffatore è quello di un uomo ricco, vedovo e con figli, con pochi contatti, quasi tutti femminili, che si presenta appunto come il partner perfetto in cerca del grande amore. Nel caso in cui si incappi in un profilo sospetto, è possibile copiare l’url della pagina Facebook dell’uomo dalla barra del browser e chiedere una verifica alla Polizia Postale.
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