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Il Governo ha prospettato per la questione Alitalia una soluzione potenzialmente molto rischiosa per gli utenti: “scaricare” il peso della compagnia aerea sulle spalle delle Ferrovie dello Stato potrebbe avere conseguenze pesantissime sui conti pubblici.
Si tratta di un’operazione finanziaria a tutti gli effetti, volta – almeno nelle intenzioni – a rispondere all’annosa crisi del vettore, che ormai da anni non è più la prima compagnia in Italia: giusto per citare qualche cifra, Alitalia nel 2017 si è aggiudicata appena il 15,1% del totale dei passeggeri nel nostro Paese (la percentuale scende all’8,5% se si considera il mercato internazionale) e registra un utilizzo della flotta a corto/medio raggio decisamente minore rispetto alle altre compagnie.
L’ipotesi del Governo di risolvere i problemi di Alitalia attraverso l’integrazione con Ferrovie dello Stato (che, in qualità di primo gruppo ferroviario italiano, riceve finanziamenti per la gestione della rete, per alcuni servizi a lunga percorrenza e per i servizi regionali) porterebbe le perdite della compagnia nel gruppo ferroviario. Ciò significa che, qualora l’operazione ottenga l’approvazione dell’Antitrust, sarà necessario scongiurare il rischio di ricadute dell’intervento stesso sulla qualità e sulla gestione del trasporto ferroviario nonché sugli investimenti per il potenziamento del servizio regionale e dell’Alta Velocità.
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