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In seguito ad un ricorso presentato recentemente dall’associazione francese per i diritti degli animali OABA (Œuvre d’Assistance aux bêtes d’abattoirs), l’avvocato generale della Corte di Giustizia Europea si è pronunciato positivamente in merito alla possibilità di etichettare come “biologiche” le carni halal e kosher, quindi ottenute da animali non storditi prima della macellazione. Facendo riferimento ai regolamenti comunitari relativi all’etichettatura e alla produzione bio, il legale ha precisato che lo stordimento degli animali non rientra tra i requisiti richiesti per poter definire un prodotto come “biologico” (anche perché la normativa vigente non definisce espressamente le metodologie da utilizzare per la macellazione), quindi i metodi di abbattimento degli animali da cui si ricavano prodotti halal e kosher non sono incompatibili con questa dicitura. Inoltre una clausola del regolamento 1099/2009 sulla protezione degli animali al momento dell’abbattimento precisa che la necessità di stordire l’animale e id mantenerlo in stato di incoscienza fino alla morte non vige “nel caso di animali soggetti a particolari metodi di macellazione prescritti da riti religiosi”.
Si attende ora la sentenza definitiva della Corte Suprema della Corte di Giustizia UE.
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