La Commissione Europea ha decretato l’uscita degli Stati membri dal mercato delle lampadine alogene, con l'entrata in vigore del regolamento (il n. 244/2009 sulla progettazione eco-compatibile delle lampade a uso domestico, collegato alla direttiva Eup - Energy Using Products 2005/32/EC). Le lampade alogene assorbono un eccessivo quantitativo di energia ed è invece possibile utilizzare strumenti alternativi, che consentono notevoli risparmi energetici.
Secondo quanto calcolato da Enea, l’agenzia che in Italia si occupa di efficienza energetica, il passaggio alle lampadine a basso consumo porterà un risparmio annuale pari al consumo annuo di elettricità del Portogallo e consentirà di risparmiare circa 15,2 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 entro il 2025.
Il divieto non riguarda però tutti i prodotti. A essere messi fuori mercato saranno i tradizionali bulbi di vetro a forma di pera, non direzionali, in classe energetica D, mentre restano escluse da questa operazione le lampade alogene direzionali (anche note come “faretti”) e quelle con attacco G9 e R7S (spesso utilizzate per lampade da tavolo e proiettori).
I prodotti già presenti nei negozi potranno comunque essere venduti fino all’esaurimento delle scorte, dopodiché saranno in vendita solo lampade fluorescenti e lampade a LED.
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