Trattato UE-Giappone: poche luci, molte ombre.

2020-07-18


Unione Europea e Giappone hanno sottoscritto un accordo per il libero commercio la cui struttura è analoga ai già molto discussi TTIP (Trattato UE-Stati Uniti, rimasto in stand by) e CETA (Trattato sottoscritto tra UE e Canada). Molte associazioni – tra cui Federconsumatori, che fa parte della Campagna Stop TTIP Italia – valutano negativamente il Trattato, che prevede una sorta di selezione “al ribasso” delle tutele normative previste in Europa in termini di sicurezza alimentare, ambiente e lavoro.

Al di là delle discutibili modalità di sottoscrizione dell’accordo, firmato all’insegna della totale segretezza e senza dare alcuna informazione ai cittadini, per quanto riguarda il settore alimentare, ad esempio, vale la pena sottolineare che in Europa la soglia di tolleranza per la contaminazione accidentale da OGM nei prodotti è fissata allo 0,9% mentre in Giappone la soglia, una delle più alte al mondo, è del 5%. Inoltre si pone il problema delle denominazioni protette (ad esempio tra i pochi prodotti tutelati, appena 19, c’è il parmigiano reggiano ma allo stesso tempo si consente l’utilizzo del termine “parmesan”) nonché della tracciabilità degli alimenti, che vengono etichettati con il luogo in cui avviene l’ultima trasformazione. E ancora, solo 28 vini italiani vengono tutelati nel quadro dell’accordo e viene ammessa l’aggiunta di glucosio, fruttosio e zuccheri al prodotto.

In sostanza la sovranità delle istituzioni nazionali, il controllo sull'import dal Giappone e lo spazio di manovra delle piccole e medie imprese vengono sensibilmente ridotti a favore di poche grandi imprese esportatrici e, a seguito dell’introduzione di regole meno stringenti, gli standard su metodi di produzione, sicurezza e qualità, su distribuzione e consumo subiscono un livellamento verso il basso.

E’ altresì rilevante il fatto che per quanto riguarda ambiente e lavoro il JEFTA preveda solo blandi impegni di natura non vincolante (teniamo presente che il Giappone non ha ratificato le convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro e che la violazione delle disposizioni del Trattato in materia di sviluppo sostenibile non implica sanzioni) e che metta in discussione il principio di precauzione vigente in Europa.








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