
In questi anni l’assunzione di acidi grassi trans nell’alimentazione quotidiana dei consumatori dei Paesi del “primo mondo” è stata significativamente ridotta. Questi grassi insaturi, di cui fino a non molto tempo fa si faceva largo impiego e che erano presenti in numerosi prodotti alimentari industriali (indicati con la dicitura “olio vegetale parzialmente idrogenato), si sono rivelati dannosi per la salute: numerosi studi ne hanno dimostrato gli effetti negativi sui livelli di colesterolo nell’organismo e sul rischio cardiovascolare, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO) e l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) raccomandano di evitarne il più possibile il consumo.
Se nei Paesi più ricchi gli acidi grassi trans stanno scomparendo, continuano invece ad essere frequentemente impiegati in Africa e in Oriente, soprattutto per motivazioni economiche: in India e in Pakistan, ad esempio, sono presenti in moltissimi bici quotidiani e costituiscono la base di un olio da cucina disponibile a poco prezzo molto diffuso.
L’OMS ha stimato che questi acidi grassi concorrano ogni anno alla morte di mezzo milione di persone per malattie cardiache e proprio per questo ha avviato il piano “Replace”, che dovrebbe portare alla loro sostituzione e definitiva messa al bando in tutti i Paesi del mondo entro il 2023.
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