C’è grande attesa per il pronunciamento dell’EMA sul vaccino Johnson&Johnson dopo la sospensione avvenuta ieri negli USA per il rischio di rare trombosi.
In base a tale parere, infatti, il Governo deciderà quali criteri adottare per la somministrazione di tale vaccino, secondo i primi orientamenti sembrerebbe prevedibile la destinazione solo agli over 60.
Dopo il momentaneo stop di AstraZeneca/Vaxzevria la campagna vaccinale subisce ora un nuovo scossone che rischia di minarne la credibilità.
È necessario rispondere con prontezza, basandosi sulle evidenze scientifiche e pianificando attentamente la somministrazione delle dosi.
Bisogna prendere tutti i provvedimenti opportuni per non rallentare o ritardare ulteriormente l’immunizzazione della popolazione, ma è prioritario, come abbiamo sempre sostenuto fin dal primo momento, che la necessità di portare avanti la campagna vaccinale non passi in primo piano rispetto ai possibili, seppur rarissimi, rischi per la salute dei cittadini.
Quello che preoccupa maggiormente, ora, è la ripercussione sui rifornimenti: le criticità mostrate porteranno con molta probabilità l’Europa a siglare, dal 2022-2023, contratti con le case farmaceutiche che producono vaccini a Rna messaggero e non virale, vale a dire Moderna e Pfizer (su cui già si tratta per il prossimo biennio una maxi fornitura da 1,8 miliardi di dosi).
Chiediamo al Governo e all’Europa di pretendere la massima chiarezza sui vaccini e indicazioni precise e sicure da parte delle autorità competenti. Riteniamo inoltre necessario e urgente attivarsi prontamente per oggi e per il futuro, garantendo il rispetto degli impegni assunti dalle case farmaceutiche ed assicurando rifornimenti adeguati e in linea con le indicazioni.