In Ricerche, Scuola e Università

Anche quest’anno, per il quinto anno consecutivo, L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha svolto un’indagine sulle imposte che gli studenti universitari sono tenuti a pagare per frequentare le principali università pubbliche italiane.

 

Ancora una volta risulta che le Università del Nord Italia impongono tasse più alte rispetto alle altre, con importi medi che superano, per la prima fascia, del +12,23% la media nazionale e del +12,89% le rette del Sud.

Sempre prendendo come riferimento la prima fascia di reddito (vale a dire quella più bassa) il primato dell'ateneo più caro va a Parma: per frequentarla gli studenti devono versare contributi di 739,68 euro per le facoltà umanistiche e di 855,50 euro per le facoltà scientifiche. Segue Milano che prevede, per chi si colloca nella fascia di reddito più bassa, rette di 713,00 euro per le facoltà umanistiche e di 790,00 per quelle scientifiche.

Non sempre sono previste tasse differenti per facoltà umanistiche e facoltà scientifiche. Negli Atenei che applicano questa distinzione, uno studente della Facoltà di Matematica, ad esempio, paga mediamente tra il 5,24% e il 6,75% in più rispetto ad un suo collega di Lettere e Filosofia, a seconda della fascia di reddito di appartenenza.

Per quanto riguarda invece il confronto con lo scorso anno accademico gli importi relativi alla prima e alla seconda fascia di reddito fanno registrare un incremento medio rispettivamente del +2,51% e del +2,29% a confronto con i dati del 2013.

 

La media nazionale complessiva degli importi registra un incremento del +1,2% rispetto all’anno accademico 2013/2014.

 

L'elemento che emerge con più evidenza dall'intero rapporto è l'onerosità dei costi delle rette universitarie, i cui importi sono divenuti insostenibili per le famiglie, specialmente alla luce della caduta del potere di acquisto di queste ultime, diminuito di oltre il -13,4% dal 2008 ad oggi.

Un dato aggravato anche dalle possibili alterazioni rese possibili dal diffuso fenomeno dell'evasione fiscale nel nostro Paese.

Non bisogna dimenticare, infatti, che il calcolo delle tasse universitarie è basato sulla dichiarazione dei redditi. È possibile, quindi, che chi dichiari meno del dovuto, paradossalmente, paghi anche importi più bassi ed usufruisca di agevolazioni e borse di studio.

È necessario effettuare maggiori controlli in tal senso, disponendo sanzioni severe per coloro che usufruiscono dei fondi riservati a chi davvero ne ha bisogno.

 

"Non è più tollerabile vedere il figlio del gioielliere pagare di meno di quello di un operaio. Bisogna disporre più controlli e più fondi per le borse di studio, accertandosi che vengano assegnate a chi davvero ne ha diritto. Si tratta di un passo fondamentale se si vuole investire sullo sviluppo e sulla crescita culturale del nostro Paese." – dichiara Rosario Trefiletti, Presidente Federconsumatori.

 

In allegato il Rapporto e la relativa tabella.

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