La recente battaglia politica al Senato ha superato i tentativi, in base a vecchi stereotipi, di limitare i diritti e le sacrosante aspettative di tante coppie nel nostro Paese.
Uno scontro pericoloso che ignorava anche la previsione della Corte Costituzionale con la quale si ammette il riconoscimento dei diritti alle coppie non sposate come previsto anche dalle Supreme Istanze Internazionali.
La convivenza tra persone dello stesso sesso o di sesso diverso attribuisce alla coppia di godere di importanti diritti che prima spettavano solo ai coniugi anche se molti comuni avevano già previsto il registro delle Unioni civili la cui iscrizione consentiva l’accesso ad una serie di diritti cosiddetti familiari. Oggi le persone non coniugate devono essere trattate alla stessa stregua delle coppie coniugate nei confronti degli enti (ospedali, carceri, Comuni etc).
E’ un primo importante passo che segna un cambio radicale nella concezione della famiglia nel nostro Paese e dà una risposta alle numerose persone che da anni attendevano questa riforma di civiltà.
Apprezzabile la volontà della maggioranza di affrontare il delicato tema delle adozioni e di assicurare uno statuto giuridico a tutti quei bambini che oggi sono senza tutela giuridica.
Una riforma che non solo era necessaria, ma che segue l’unica “natura” possibile per uno Stato di diritto che è quella che applica il principio di uguaglianza tra gli esseri umani.