In attesa della formazione del nuovo Governo, le Commissioni di Camera e Senato proseguono i propri lavori. In particolare quelle a cui spettano le competenze in materia turistica sono impegnate nel recepimento della Direttiva UE che mira a ridefinire il cosiddetto “pacchetto turistico” alla luce dell’evoluzione delle abitudini relative alle modalità di prenotazione di viaggi e soggiorni.
In tal senso, dalle prime informazioni che ci arrivano, intravediamo nubi minacciose all’orizzonte.
Sembrerebbe, infatti, che nel recepire il testo le Commissioni stiano operando delle modifiche peggiorative. La più grave sarebbe quella relativa al diritto di recesso nel caso di prenotazione effettuata al di fuori dei locali commerciali: attualmente il Codice del Consumo prevede che il cittadino, per qualsiasi bene o servizio acquistato in tale modalità, abbia 14 giorni a disposizione per esercitare il diritto di ripensamento e recedere dal contratto senza alcuna limitazione o penale. Secondo le prime indiscrezioni, in materia di prenotazione di viaggi e soggiorni, si ipotizza di ridurre tale tempistica a 5 giorni.
Un’ipotesi inaccettabile: il Codice del Consumo non si tocca!
Se qualche modifica può essere proposta deve essere solo migliorativa. Non accetteremo nessun compromesso al ribasso.
Per questo rivolgiamo un appello al Parlamento ed al futuro Governo affinché la Direttiva sia recepita così come proposta dall’UE, senza alcuna modifica peggiorativa, ma soprattutto senza mettere mano ai diritti stabiliti dal Codice del Consumo.