Bene l’istruttoria avviata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nei confronti della società Vueling Airlines, per condotte poco chiare in relazione al prezzo dei servizi aggiuntivi a pagamento per il bagaglio a mano.
L’Autorità, in particolare, rileva che la compagnia spagnola (che opera su circa 20 rotte in Italia) non fornisce informazioni trasparenti e chiare sul prezzo del bagaglio a mano, che varia a seconda del canale di acquisto (se sul web o via app).
Inoltre, secondo l’Autorità, il prezzo viene differenziato anche a seconda della profilazione del cliente in base ai dati del device che utilizza.
In questo modo il cliente, fino al momento del pagamento, non può conoscere il prezzo che pagherà per i servizi aggiuntivi relativi al bagaglio. Né è indicato da nessuna parte che il costo varia a seconda del canale di prenotazione.
Una vera assurdità, che si aggiunge alle molte a cui abbiamo assistito negli ultimi anni.
Questo comportamento testimonia come le compagnie aeree, oltre che sui costi dei biglietti, trovino ogni scusa per lucrare: dal bagaglio alla selezione del posto, all’accesso prioritario in cabina.
Proprio sui bagagli a mano, la Corte di Giustizia Europea ha sancito, tempo addietro, che le compagnie aeree non dovrebbero poter addebitare un supplemento. Sulla base di tale principio il Parlamento UE ha approvato una risoluzione sugli standard per i bagagli a mano delle compagnie aeree chiedendo norme UE uniformi in materia di dimensioni e prezzi.
Una misura fondamentale e necessaria: è intollerabile che da compagnia a compagnia cambino prezzi, dimensioni e pesi del bagaglio a mano, ma soprattutto è inaccettabile che per portare un bagaglio di dimensioni ridotte in cabina sia necessario pagare un sovrapprezzo rispetto al biglietto base.
È ora di rimettere ordine in tale vicenda, riportando in primo piano i diritti dei passeggeri e lasciando minor margine di lucro alle compagnie aeree sulle voci accessorie rispetto al biglietto base, avviando di pari passo un monitoraggio affinché le nuove misure non si ripercuotano sulle tariffe.
Informazioni poco chiare ed omissive. Sempre più urgente una normativa che uniformi gli standard.