Accogliamo con soddisfazione la notizia dell’avvio del procedimento istruttorio da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per l’ipotesi di cartello che abbiamo segnalato.
Fin dal primo momento molti cittadini si sono rivolti alla nostra Associazione, denunciando come che quattro grandi operatori di telefonia mobile abbiano adottato una pratica di cartello applicando l’aumento del +8,6% sulle tariffe, guarda caso lo stesso importo a cui avrebbero dovuto rinunciare ritornando alla fatturazione a 30 giorni.
La nostra battaglia condotta a suon di esposti diffide, incontri e audizioni con esponenti del Parlamento aveva condotto all’eliminazione dell’insopportabile tredicesima mensilità.
Una grande vittoria che gli operatori hanno però tentato di annullare, aumentando i costi a danno degli utenti.
Secondo l’AGCM, che ha accolto la nostra denuncia, si sarebbe verificata “un’intesa restrittiva della concorrenza”, un vero e proprio l’accordo tra gli operatori che non avrebbe permesso ai clienti di poter scegliere un altro operatore, essendo venuto meno il principio della competitività.
Nel comunicato diffuso da AGCM, inoltre, si afferma che «il provvedimento di avvio dell’istruttoria non esclude la possibilità che l’intesa tra gli operatori telefonici abbia una durata e una portata più ampia e risalga all’introduzione stessa della cadenza delle quattro settimane dei rinnovi e all’incremento del prezzo unitario delle prestazioni offerte che ne è conseguito», confermando pienamente quanto abbiamo sostenuto fin dalla prima diffida inviata a settembre 2017.
Attendiamo ora un severo pronunciamento da parte dell’Antutrust, ma soprattutto ci aspettiamo che le compagnie telefoniche si adeguino, senza escamotages e abusi, a quanto disposto dal DL Fisco, applicando sì la fatturazione a 30 giorni, ma senza applicare aumenti ingiustificati, motivati esclusivamente dalla volontà di non rinunciare ai maggiori introiti che avrebbero ottenuto fatturando ogni 20 giorni.