In Comunicati, Coronavirus, Telecomunicazioni

Quasi un anno fa, nelle prime settimane di lockdown, abbiamo messo in evidenza la questione dell’interruzione delle competizioni sportive causata dall’emergenza sanitaria, in seguito alla quale numerosi utenti hanno lamentato di dover pagare abbonamenti sulle pay tv diventati inutilizzabili. Dopo diverse pressioni, Sky ha offerto il cosiddetto “sconto Coronavirus” sui pacchetti sport, che tuttavia poteva essere richiesto solo attraverso il sito web dell’azienda e che peraltro non è stato retroattivo, quindi è stato applicato non dall’inizio della pandemia, ma solo dal momento dell’invio della richiesta. Considerando poi che l’azienda non ha diffuso la notizia attraverso i consueti messaggi trasmessi agli abbonati, limitandosi a pubblicare una nota sul proprio sito web, a cui ovviamente non tutti i clienti accedono quotidianamente, già all’epoca dei fatti abbiamo sottolineato una gestione del problema quantomeno lacunosa e inadeguata, soprattutto riguardo alle modalità di accesso all’agevolazione nonché sotto il profilo della trasparenza e della comunicazione.

Alla luce di tali premesse accogliamo quindi con favore l’intervento odierno dell’’Autorità Antitrust, che proprio in relazione a questa vicenda ha comminato a Sky una sanzione di 2 milioni di euro. L’AGCM ha accertato le medesime criticità da noi evidenziate, riscontrando la scorrettezza delle condotte adottate dal colosso delle telecomunicazioni in merito al mancato riconoscimento di un rimborso automatico degli abbonamenti e alle informazioni intempestive e inadeguate sullo sconto concesso nonché relativamente agli “ostacoli onerosi e sproporzionati” posti alla fruizione dell’agevolazione stessa. Il provvedimento assunto dall’Authority dimostra ancora una volta la necessità di una migliore regolamentazione del settore delle comunicazioni, in cui il diritto degli utenti alla correttezza e alla trasparenza viene troppo spesso ignorato dalle aziende.

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