Poco più di un mese fa abbiamo segnalato ad AGCom e Antitrust una prassi palesemente illecita messa in atto da diverse compagnie telefoniche: numerosi utenti hanno infatti riscontrato che i gestori applicano un “prelievo forzoso” sulle ricariche da 5 e 10 euro, per le quali il prezzo pagato non si traduce interamente in equivalente credito telefonico utilizzabile poiché 1 euro viene trattenuto per l’attivazione di servizi extra (ad es. giga di navigazione o minuti di conversazione supplementari rispetto a quelli previsti dal piano tariffario).
Oggi, anche in seguito alla nostra segnalazione, AGCom si è pronunciata in merito, dimostrando la fondatezza delle motivazioni che abbiamo sostenuto e sancendo la scorrettezza della condotta in questione. L’Authority ha sottolineato che la prassi costituisce uno strumento con cui le aziende ricavano guadagni economici a danno degli utenti e ha ingiunto a Tim, Vodafone e WindTre di bloccare la condotta entro 30 giorni. Entro questo termine dovranno quindi essere acquistabili ricariche da 5 e 10 euro che non includano opzioni aggiuntive o abbonamenti.
Si tratta di un ottimo risultato per i consumatori anche perché, come evidenziato dalla stessa Autorità, i tagli di ricarica coinvolti sono quelli più acquistati dai soggetti economicamente più vulnerabili, quindi giovanissimi e utenti meno abbienti. Un elemento, questo, che rende il comportamento ancora più deprecabile.
Auspicando un pronunciamento in questo senso anche da parte dell’Antitrust, ci aspettiamo ora che gli operatori ottemperino alle disposizioni dell’Authority nei tempi previsti e vigileremo sui loro comportamenti, per accertare che si metta realmente fine all’ennesimo sopruso delle compagnie telefoniche.