In questi giorni le nostre sedi hanno ricevuto numerose richieste di informazioni e assistenza in merito ai voucher stanziati dal Ministero dello Sviluppo Economico per agevolare l’accesso a internet in banda ultra larga alle famiglie meno abbienti. Il cosiddetto “Piano Voucher” presenta innegabili criticità: soprattutto in relazione agli oneri per i beneficiari e alle condizioni di accesso all’agevolazione stessa.
I voucher sono riservati agli utenti che sottoscrivano un contratto di accesso a internet con velocità almeno di 30 Mbps o che comunque, in caso di contratto già in essere, preveda prestazioni migliori a quelle attuali: tale condizione genera però un doppio svantaggio nelle aree afflitte dal digital divide per la banda larga e ultralarga, poiché i residenti in queste zone non solo non possono disporre di connessioni ad internet con prestazioni elevate, ma finiscono per restare esclusi anche dalle agevolazioni economiche del Piano Voucher.
A ciò si aggiungono numerosi aspetti discutibili:
- In primis l’inadeguatezza del tetto di spesa per gli apparati il prezzo dei dispositivi che rispondono alle specifiche tecniche indicate, che di fatto è quasi sempre superiore ai 300 euro previsti dalla normativa, quindi il contributo si trasforma solo in uno sconto sul costo del device;
- la volontarietà dell’adesione al Piano da parte dei gestori;
- la prerogativa di scelta tra tablet e pc da abbinare all’offerta è assegnata esclusivamente all’operatore: quest’ultimo punto non si pone in antitesi con il diritto di libera scelta degli apparati da parte degli utenti, risulta lesivo della libera concorrenza sul mercato e prospetta veri e propri fenomeni di lockin contrattuale (con difficoltà a svincolarsi).
Alla luce di tali premesse Federconsumatori e ADOC hanno trasmesso a MISE, AGCom e AGCM una nota congiunta per sottolineare tali problematiche. Considerando che il Piano prevede un secondo step di erogazione, abbiamo chiesto al Ministero di applicare dei correttivi almeno per la prossima fase:
- allargare la platea degli aventi diritto alle agevolazioni alle aree di digital divide;
- eliminare la velocità minima di connessione richiesta;
- svincolare l’acquisto di PC e tablet dall’obbligo di farlo in bundle con la sottoscrizione del servizio di connettività (permettendo quindi ai beneficiari di acquistare i dispositivi in autonomia anche presso altri canali);
- rendere obbligatoria l’adesione al Piano da parte dei gestori;
- rendere trasparenti e chiare le caratteristiche tecniche ed economiche delle offerte predisposte dagli operatori, mettendo l’utente in condizione di verificarne la effettiva disponibilità al proprio domicilio prima di aderirvi;
- assegnare l’onere di misurazione della connessione non all’utente, come attualmente previsto, ma all’operatore;
- richiedere, in luogo della semplice autocertificazione, la presentazione dell’ISEE per evitare utilizzi impropri dell’agevolazione.
Leggi la nota congiunta inviata a MISE, AGCom e AGCM