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Non smette di destare polemiche la vicenda della SuperLega di calcio annunciata dai grandi club.
Un vero e proprio autogol, che se da un lato promette un fatturato di oltre 10 miliardi di euro solo per diritti tv, multimediali e via dicendo, dall’altro sta allontanando e creando forti spaccature con la tifoseria.
Tifoseria che, con la complicità del Covid, è concepita ormai come un pubblico di spettatori da remoto, davanti alla tv o al computer, lontano dagli stadi: un pubblico sempre più elitario, quindi.
Non solo, tale operazione, che verosimilmente sarà seguita da altri sport dal tennis allo sci, riporta in primo piano l’annosa questione dell’accesso alla rete, come sappiamo assai carente e disuguale nel nostro Paese.
Uno sport sempre più digitalizzato, che rappresenta un grave vulnus sul terreno democratico e su quello della partecipazione, per trasformarsi in un articolato database digitale sempre più personalizzato e personalizzabile, in cui trovano alleanza le grandi piattaforme ed i principali attori della finanza, in una logica di finanziarizzazione non solo dello sport ma della vita delle persone.
A venir meno i diritti dei tifosi dei club, che, in quest’ottica, dovranno essere completamente riscritti all’insegna della digitalizzazione e della fruizione di pacchetti, contenuti supplementari, servizi on demand. 
Se è questa la direzione che i club maggiori, o meglio quelli più facoltosi, intendono intraprendere senza dubbio si dovranno scontrare con una serie di ostacoli rappresentati in primis dalla de-fidelizzazione dei tifosi, passando per i paletti fissati dalle leghe nazionali ed internazionali e dai contrasti già annunciati da parte dei governi dei principali paesi europei e no. Per non parlare delle vere e proprie azioni di boicottaggio ipotizzate da gruppo organizzati di tifosi, ad esempio contro le auto Fiat.
L’ipotesi della SuperLega sembra avviata in ogni caso verso il fallimento dopo le illustri defezioni di diversi club coinvolti.
Federconsumatori denuncia la gravità di questa operazione, per i suoi tratti sempre più elitari ed esclusivi, nell’accezione più negativa del termine. Se non si confermerà una decisa marcia indietro, invieremo una segnalazione all’Antitrust UE invitandolo ad approfondire la vicenda. 
 

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