Il tentativo di scaricare ogni responsabilità del gravissimo incidente avvenuto sul capostazione è francamente inaccettabile.
La vera questione è un'altra: esistono dei sistemi di sicurezza che prescindono dagli errori umani.
L'errore umano, non deve, ma potenzialmente, nei casi più malaugurati, può avere luogo.
Se fossero stati installati i dovuti sistemi di monitoraggio e di allerta tutto ciò non sarebbe mai avvenuto, in quanto tale errore sarebbe stato superato dall'ausilio delle tecnologie.
Non si tenti, ora, di scaricare sul capostazione l'inefficienza e l'incapacità di chi ha responsabilità gestionali.
Responsabilità che devono essere individuate e perseguite.
La giustizia sta facendo il suo corso, noi non intendiamo metterci da parte.
Siamo pronti a costituirci parte civile a tutela dei passeggeri in ogni procedimento contro chi, a monte, avrebbe potuto, anzi avrebbe dovuto, evitare la possibilità che si verificasse tale incidente. Contro chi avrebbe dovuto installare i sistemi necessari a garantire la sicurezza di chi viaggia nei convogli.
RFI è sottoposta a rigidi standard, come SCMT (sistema controllo marcia treno) o SCC (sistema di supporto alla condotta), che impediscono ai macchinisti di superare i limiti di velocità e bloccano il treno se il conducente ignora il rosso.
Tutte le tratte date in gestione devono essere adeguate a tali sistemi. Chi non li adottasse, non deve avere autorizzazione ad operare. Questa la richiesta categorica che avanziamo al Governo ed al Ministero dei Trasporti, insieme alla richiesta di uniformazione degli standard di sicurezza richiesti (ovviamente prevedendo quelli più elevatii e più rigidi) ed alla unificazione delle agenzie responsabili dei controlli sulla sicurezza.