“Mobilitiamoci per cambiare” è lo slogan che invita a partecipare allo sciopero del 29 novembre, indetto da CGIL e UIL, per cambiare la manovra economica del Governo, che non dà giuste risposte ai lavoratori e ai cittadini: non si intravede in essa, infatti, alcuna vera misura di tutela del potere d’acquisto delle famiglie e di controllo dell’inflazione, come la creazione di un fondo di contrasto della povertà energetica e alimentare o come gli sgravi fiscali e parafiscali sui beni essenziali energetici e di largo consumo.
Scioperiamo per cambiare una manovra che non mette al primo posto le persone, i loro bisogni, la loro istruzione, le politiche sanitarie (che sono insufficienti a garantire un servizio universale e inclusivo e che costringono i cittadini a rinunciare alle cure, tranne quelli che possono comprarsele in privato); per dire NO a una manovra di finti annunci e promesse, che non recupera veramente nulla dagli extraprofitti finanziari, mentre aumenta le disuguaglianze con una riforma fiscale iniqua e sbilanciata a favore di autonomi e imprese; per dire NO a misure che strizzano l’occhio all’evasione mentre peggiorano la pensione a chi ce l’ha e la allontanano per chi ci volesse andare, a dispetto dei proclami di superamento della c.d. “Legge Fornero”.
Ma soprattutto, per cambiare una manovra economica che non investe sul futuro, sui giovani, che non apre prospettive di crescita per il Paese e lo condannerà ad altri lunghi anni di stallo.
La piattaforma della “contro-manovra” propone alcune soluzioni che noi rivendichiamo da anni, che potrebbero dare un reale aiuto alle famiglie: dalla rivalutazione delle pensioni al rinnovo dei contratti collettivi e al contrasto della precarietà; dal finanziamento per la sanità pubblica e per l’istruzione agli investimenti per la tutela e il rilancio dell’occupazione; dagli interventi strutturali sugli extraprofitti (e non soltanto nel settore finanziario), sui grandi patrimoni e le rendite finanziarie al contrasto al lavoro povero e all’evasione ed elusione fiscale.
Per questo Federconsumatori aderisce e partecipa allo sciopero generale del 29 novembre, che dovrà servire a mettere il Governo di fronte alle proprie scelte sbagliate e a spronarlo a cambiarle.
Anche Federconsumatori sarà in piazza per contestare misure inaccettabili, puramente ideologiche o autoritarie, come la “secessione differenziata dei ricchi” o come l’attacco al dissenso e al diritto a manifestarlo liberamente del “decreto di polizia e sicurezza”, e per rivendicare una manovra più equa, veramente volta a sostenere i cittadini e la crescita del Paese: obiettivi d’interesse comune e generale che richiedono a tutti impegno e partecipazione.
Sciopero: Federconsumatori aderisce allo sciopero del 29 novembre.
“Ci mobilitiamo per cambiare una manovra che guarda poco ai cittadini e al futuro del Paese, aumentando le disuguaglianze, anziché contrastarle”.