Papa Francesco ha confermato, con poche parole, quello che sosteniamo da anni: il riconoscimento del diritto a rinunciare a forme di accanimento terapeutico.
“È moralmente lecito rinunciare all’applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico ed umanistico definito come proporzionalità delle cure.” – afferma il Papa, in occasione del Meeting Regionale Europeo della World Medical Association sulle questioni del fine-vita.
Non possiamo che esprimere apprezzamento per questa importante apertura e sottolineare l’importanza del fatto che il Papa abbia posto l’attenzione sul diritto del paziente di valutare con il medico:
– l’efficacia e i tempi dei trattamenti, quindi di valutare e decidere come continuare;
– la possibilità di decidere di confermare, oppure di decidere se e come interrompere i trattamenti.
Non solo, il Papa ha confermato l’esigenza “etica” di considerare il rifiuto dell’accanimento terapeutico un diritto del malato.
Riteniamo giusto confermare l’impegno etico di non abbandonare il malato, soprattutto nell’assunzione di scelte così delicate e dolorose. La consapevolezza e la libertà devono essere i principi a cui ispirarsi per la definizione di norme che portino in primo piano le esigenze del paziente, riconoscendogli il diritto a rifiutare l’accanimento terapeutico.