Le clamorose dimissioni rassegnate da gran parte del personale medico del Pronto soccorso dell’ospedale Cardarelli di Napoli sono la cartina di tornasole di un sistema sanitario al collasso. La progressiva desertificazione dei servizi sanitari pubblici dell’emergenza sottende una stratificazione di interessi politici ed economici che sembrano avere un ben preciso obiettivo: l’assegnazione ai privati anche di questa parte del settore sanitario, in modo da trasformare i pazienti in consumatori di servizi salva vita sottraendoli alla garanzia democratica offerta dalla gestione pubblica. Tendenza quanto mai intollerabile, in quanto va contro l’universalità del servizio sanitario affermata dal nostro sistema e determinerà ancora più rinunce alle cure, specialmente alla luce della grave situazione che i cittadini stanno attraversando in questa fase, sul piano economico e sociale.
Federconsumatori he seguito e progressivamente denunciato questioni ancora irrisolte: la mancata partecipazione della medicina territoriale alle criticità minori e l’inarrestabile processo di dequalificazione del sistema 118, nonché la mancata acquisizione culturale del concetto di “presa in carico” del paziente H 24 da parte dei grandi centri ospedalieri di specialità in mancanza di percorsi di coordinamento ospedale-territorio previsti dal DM 70 del 2015. Tali questioni si sommano ad un regolamento sugli standard minimi di dubbia costituzionalità, che pur prevedendo il numero massimo di posti letto e mezzi di soccorso, non ne fissa la soglia minima di sicurezza a garanzia dei LEA. Senza tralasciare i ritardi nell’adozione delle misure del DM 71/22 che riforma la medicina territoriale, approvato solo a fine aprile dal Governo.
E così, come in una tempesta perfetta, il concorso di gravissime criticità si ripercuote più gravemente su quelle realtà in cui le reti sono più fragili ed incomplete, come avvenuto appunto all’ospedale Cardarelli di Napoli dove, nei mesi scorsi, nonostante formale contestazione, si sono addirittura verificati molteplici episodi di sospensione delle attività del pronto soccorso. Non si tratta di un fenomeno locale: sempre più spesso e sempre più diffusamente, purtroppo, i pazienti restano ingabbiati nelle osservazioni brevi.
Alla luce di tali premesse riteniamo urgente un’inversione di tendenza che ristabilisca il corretto ordine di priorità all’interno di un sistema che deve prima di tutto e soprattutto garantire il diritto alla salute dei cittadini. Il primo passo su questo percorso è una irrinunciabile verifica della reale consistenza e tipologia di posti letto disponibili negli ospedali, a cui devono immediatamente seguire tutti gli interventi legislativi per garantire, attraverso strutture pubbliche e con tempi adeguati, l’obiettivo primario della cura e della tutela della persona.