Ci sono occasioni in cui, di fronte a quanto riportato sui giornali, si strizzano gli occhi e si stenta a credere che possa essere vero. È decisamente il caso dell’ospedale di Reggio Calabria. Qui, se un cittadino si reca con una lussazione o una frattura non grave, di notte, è il pronto soccorso ad occuparsi delle emergenze ortopediche. Un pronto soccorso dove, in carenza di stecche e dei materiali necessari per le docce gessate, i pazienti vengono steccati con cartone, imballaggi e bende. Il reparto ortopedia, infatti, apre solo alle 8 del mattino.
Capita, così, di imbattersi in pazienti con la spalla rotta avvolta in pezzi di cartone, o caviglie steccate con rimasugli degli imballaggi con cui consegnano le merci all’ospedale.
La creatività di medici ed operatori per sopperire alla grave mancanza dei materiali necessari è encomiabile, ma si tratta comunque di una situazione inaccettabile, indegna di un Paese civile: una vera propria assistenza sanitaria di serie B.
È l’ennesima testimonianza di un sistema sanitario disuguale, che al suo interno vede eccellenze a livello internazionale e situazioni di grave emergenza come quella appena riportata e come tante altre che, purtroppo, sono spesso concentrate nelle Regioni del Sud.
Il caso di Reggio Calabria non è un caso isolato. La sanità in questa Regione è un continuo calvario fatto di reparti che chiudono e macchinari fermi. Si tratta della riprova che Piani di Rientro e commissariamenti di lacrime e sangue per i cittadini e per i lavoratori del settore è servito solo a impoverire la sanità pubblica, con realtà che rischiano di essere sommerse dalla domanda inevasa di cure. È il tempo di porre fine allo scempio del sistema sanitario regionale e riaffermare una nuova idea di salute che ponga al centro i bisogni dei cittadini costretti a migrare in altre regioni o a ricorrere alle cure a pagamento.
La Federconsumatori chiede con urgenza un intervento del Ministero della Salute che non si limiti ad individuare le responsabilità di questa grave inefficienza, ma che analizzi la mappa dell’assistenza sanitaria nel territorio (la chiusura di molti ospedali provinciali ha contribuito, infatti, a riversare sul nosocomio di Reggio Calabria una mole di pazienti superiore alle capacità di accoglienza) e disponga le necessarie risorse per rispondere alla domanda di assistenza e cura da parte dei cittadini.
“Le esigenze di bilancio non possono e non devono mai e in alcun modo compromettere un diritto primario come quello alla salute.” – affermano Emilio Viafora, Presidente della Federconsumatori Nazionale e Mimma Iannello, Presidente della Federconsumatori Calabria. È indispensabile che le autorità nazionali e locali riportino al centro della propria azione questo principio fondamentale e assicurino a tutti i cittadini un’assistenza sanitaria adeguata, così come garantito non solo dalla nostra Carta Costituzionale, m a anche dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.