I tempi delle liste di attesa troppo spesso ledono il diritto alla salute del malato.
Il Servizio Sanitario Nazionale è finanziato anche dalle tasse pagate dai contribuenti ma non tutela la salute del cittadino nei casi in cui i tempi di attesa per visite ed esami sono talmente lunghi da diventare incompatibili con le esigenze del paziente. E’ invece necessario mettere i cittadini in condizioni di conoscere ed esercitare i propri diritti, come il diritto alle prestazioni mediche in tempi certi (30 giorni per le visite mediche specialistiche e 60 giorni per gli esami diagnostici) e a conoscere la data certa della visita medica e dell’esame diagnostico.
Il paziente ha inoltre diritto ad usufruire della prestazione in intramoenia senza costi aggiuntivi rispetto al ticket già pagato. La richiesta della prestazione in regime di attività libero-professionale intramuraria deve essere presentata al Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria di appartenenza la prestazione e contestualmente è necessario:
– Presentare la prescrizione di un particolare accertamento diagnostico o visita specialistica;
– Trasmettere la comunicazione da parte del Centro Unico di Prenotazione (CUP) relativa all’impossibilità di prenotare la prestazione nei tempi previsti (quindi entro 30 giorni per le visite specialistiche e entro 60 giorni per gli accertamenti come Tac, risonanza magnetica, ecografia, radiografia ecc.);
– Precisare il carattere di urgenza della prestazione incompatibile con i tempi di attesa indicati.
Infine è necessario specificare che la richiesta è relativa ad una prestazione da effettuare in attività libero-professionale intramuraria con onere a carico del SSN in base all’art. 3 comma 13 del decreto legislativo 124/1998 e chiedere di ricevere immediata comunicazione in merito.
In mancanza di prestazione in intramoenia, il paziente deve comunicare che la prestazione verrà effettuata privatamente, con successiva possibilità di richiedere il rimborso alla Asl.