Il Governo è stato costretto a fare marcia indietro sul decreto che limitava la prescrivibilità di prestazioni ed esami sanitari necessari per diagnosi e cura del paziente.
Doverose e necessarie le contestazioni, non solo dei medici, ma anche dei cittadini che sono costretti a rinunciare a terapie e prevenzione a causa di scelte politiche e amministrative che risultano, nei fatti, definite solo ed esclusivamente da tagli di risorse che compromettono qualità e disponibilità dei servizi pubblici.
Riteniamo questo un primo passo importante, che deve proseguire con l'avvio di nuove politiche sanitarie tese a garantire a tutti la esigibilità del diritto alla salute, a partire dalle prescrizioni e prestazioni sanitarie.
In tal senso manteniamo alta l'allerta relativa ai nuovi LEA: attualmente ci troviamo di fronte a un drastico e non accettabile definanziamento dei nuovi livelli essenziali di assistenza e della sanità pubblica che va scongiurato con ogni mezzo.