Federconsumatori ha preso parte ieri all’audizione delle Associazioni di tutela e dei pazienti presso il Ministero della Salute sulla proposta in discussione tra Stato e Regioni sul nuovo patto per la salute. Un piccolo passo avanti per stabilire un rapporto più continuativo e strutturato, che riconosca effettivamente il ruolo dei cittadini e delle loro associazioni come terzo pilastro del SSN, dando seguito alle richieste che da tempo avanziamo in tal senso.
In questa occasione abbiamo potuto denunciare come, a fronte delle nuove sfide in atto (demografiche, sociosanitarie, tecnologiche, ecc.), che richiederebbero una riorganizzazione e nuovi investimenti, si assiste a un costante e progressivo definanziamento che sta di mettendo in discussione il diritto alla salute dei cittadini.
Per questo abbiamo chiesto un forte impegno da parte del Ministero e delle Regioni per assicurare maggiori e più adeguati finanziamenti, condizione essenziale per la credibilità del Patto per la Salute, a partire da dal finanziamento dei LEA, oggi indisponibili in numerose Regioni.
Ciò deve essere accompagnato da una seria lotta agli sprechi e, soprattutto, al perseguimento di una appropriatezza delle prestazioni, partecipata e condivisa con i cittadini.
Nello stesso tempo occorre ripensare e rivedere profondamente l’esperienza della sanità integrativa. Le Assicurazioni e i fondi sanitari, che ad oggi usufruiscono di cospicue agevolazioni fiscali, non possono sostituire o crescere a scapito della sanità pubblica e universale o proponendo prestazioni superflue (con interventi di pseudo prevenzione) che alimentano il consumismo sanitario e alla fine contribuiscono ad alimentare le stesse liste di attesa e l’inappropriatezza delle prestazioni.
Federconsumatori è fortemente contraria all’idea che la risposta all’attuale crisi del sistema pubblico possa venire dalla progressiva privatizzazione della sanità, che configura un inevitabile ed inaccettabile aumento delle disuguaglianze nel nostro Paese tra chi potrà accedere alle cure perché ne potrà sostenere i costi e chi ne rimarrà escluso, derogando sull’universalità del sistema sanitario.
Nell’ottica di un ripensamento del sistema sanitario la nuova organizzazione deve sempre più fare perno sulla medicina di base e territoriale e garantire uno stretto rapporto tra ospedale e territorio e una efficace continuità assistenziale. Delle linee chiare e cogenti in tal senso, se accompagnate da adeguati investimenti, supererebbero le attuali criticità e diseguaglianze.
Ulteriore punto fondamentare su cui intervenire è il tema dell’abbattimento delle liste di attesa, assieme a quello della compartecipazione che rappresenta un obbiettivo strategico per ridare fiducia sul Servizio Sanitario Nazionale.
Un aspetto che sta particolarmente a cuore alla nostra associazione è proprio quello della sanità partecipata: riteniamo infatti che il contributo attivo dei cittadini può rappresentare una leva importante nel processo di rilancio del servizio pubblico sanitario, sia nell’ottica di migliorarne le performance qualitative che in quella di ridurne gli sprechi, investendo dove davvero è necessario.