Se la sanità pubblica va male, quella privata (il secondo pilastro) va peggio e non funziona neppure la spesa diretta (out of pocket) dei cittadini. È a tinte fosche il quadro delineato questa mattina dal Dott. Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe, presentando il quarto rapporto sulla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.
Un rapporto che segna una forte sintonia con le analisi di Federconsumatori che richiedono ciò che da anni manca alla sanità italiana: centralità politica, volontà e capacità riformatrice. Una svolta profonda che deve riguardare la parte pubblica, il secondo pilastro, la cui attuale scarsa utilità è conclamata, e la spesa diretta dei cittadini.
L'intervento del dott. Andrea Urbani, Direttore Generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute, legittimamente volto a difendere alcune eccellenze della sanità italiana (cura dei tumori e delle cardiopatie) lascia il campo al vero vulnus per i cittadini, ovvero al fatto che, se esiste una copertura pubblica e sostanzialmente gratuita per patologie acute e ospedalizzate, per tutto il resto (cronicità, riabilitazione, odontoiatria, per fare solo alcuni esempi) si vive una situazione di abbandono, drammatica in alcune aree del Paese.
Il discorso finale del Ministro Giulia Grillo, concentrato sulla più stretta attualità, si è trasformato in un appello al Presidente del Consiglio e al Ministro dell'Economia a non tagliare la spesa sanitaria nella prossima manovra di bilancio e ha lanciato una tre giorni sul tema salute, coinvolgendo tutte le parti interessate, comprese le rappresentanze dei cittadini, quale è Federconsumatori.
“Auspichiamo questo confronto avvenga a breve: il rilievo della partecipazione dei cittadini è stato uno dei fili conduttori della giornata. – afferma Emilio Viafora, Presidente della Federconsumatori – In tal senso Federconsumatori da tempo insiste sul fatto che molte riforme, tagli alle inefficienze, e migliore efficacia si possono realizzare anche a costo zero con il coinvolgimento dei cittadini in termini di informazione e di partecipazione attiva alle politiche della salute.”