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Il tema dei rifiuti è al centro del dibattito politico in queste ore, ma, tra le tante polemiche e osservazioni fatte, ci sembra che manchi sempre una proposta completa e dettagliata per affrontare questa urgente questione.

Il nostro Paese continua ad essere multato per infrazione dall’UE per il mancato raggiungimento degli standard della raccolta differenziata e per la mancanza di impianti per lo smaltimento. Si stima che evitare la paralisi del ciclo dei rifiuti è necessario un investimento di 10 mld di Euro in impianti, macchinari e discariche.

Nel mentre la malavita approfitta di questa assenza di piani e di programmazione, infiltrandosi nella gestione delle discariche che, sempre più spesso, prendono fuoco. Altro dato sconcertante che testimonia la redditività di tale mercato criminale è il numero di navi per il trasporto di rifiuti “casualmente” affondate nel Mediterraneo: solo nell’ultimo anno e mezzo se ne registrano 180.

In una giornata importante dedicata al rispetto del pianeta e alla salvaguardia dell’ambiente il Governo non può esimersi dall’affrontare con responsabilità l’importante aspetto della gestione dei rifiuti.

Ne è un esempio lampante l’emergenza rifiuti della Capitale, i cui recenti sviluppi mostrano l’estrema fragilità nella gestione delle discariche, l’assoluta carenza di un’adeguata programmazione, oltre ad allarmanti profili di illegalità.

Per una gestione responsabile e proiettata al futuro è necessario avviare, a livello nazionale, una seria riforma a in grado di stanziare gli investimenti necessari alla realizzazione degli impianti per la chiusura del ciclo dei rifiuti. Si veda in tal senso la questione del biometano, ovvero la produzione di metano dagli ascari, per cui la Provincia di Milano ha minacciato di procedere autonomamente in assenza di decisioni ufficiali da parte del Ministero dell’Ambiente.

Oltre agli investimenti è fondamentale intervenire per la diffusione della cultura del riciclo: per capirne la necessità e l’urgenza basta citare alcuni dati che riportano come solo il 9% dei rifiuti prodotti nel settore industriale finisca in discarica, mentre per quanto riguarda i rifiuti domestici tale cifra raggiunge il 23%.

È indispensabile agire al più presto: i cittadini pagano salatamente tali ritardi, non solo in termini di carenze nel servizio e alterazione ambientale, ma anche per la mancata possibilità di produrre energia dando nuova vita e nuovo valore al rifiuto.

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