Si è svolto nei giorni scorsi il confronto con l’ARERA sulle prime ipotesi di regolazione della qualità del servizio integrato di gestione dei rifiuti urbani, nell’ambito delle quali si è discusso approfonditamente della qualità del servizio e degli standard qualitativi minimi da garantire agli utenti.
Non possiamo che esprimere un giudizio positivo su questo approccio, ma ovviamente ci aspettiamo che dia risultati concreti e rapidi. La gestione dei rifiuti in molte parti d’Italia versa infatti in condizioni drammatiche ed emergenziali, dovute in primis alla eccessiva frammentazione e alla mancata pianificazione della gestione dell’intera vita del rifiuto.
Ma soprattutto mancano organi di controllo territoriali in grado di monitorare ed arginare la situazione. Dal report sui gestori emerge infatti una profonda spaccatura tra il Nord e il Centro Sud: nel settentrione e in una area circoscritta del Centro vi è un attento controllo sulla gestione dei rifiuti, ma soprattutto nel Centro-Sud i dati scarseggiano, quando non sono completamente assenti. È fondamentale agire per eliminare tale divario.
Con la discussione avviata si è aperto un percorso costruttivo, la cui nota dolente è che le consultazioni con le Associazioni dei Consumatori, non avendo valore vincolante, rischiano di essere bypassate dagli interessi economici delle aziende e dagli equilibri politici delle partecipate.
È fondamentale uno sforzo dell’Autorità affinché renda maggiormente incisivo il punto di vista degli utenti e, in tale quadro, attivi da subito le carte dei servizi, con il contestuale avvio di percorsi conciliativi per la risoluzione extragiudiziale delle controversie nate da disservizi e abusi. In particolare è importante esaminare congiuntamente i contratti di servizio, esplicitandone clausole e condizioni.
Inoltre al legislatore rivolgiamo un appello urgente affinché favorisca in tale comparto un’economia di scala, disponendo al contempo gli strumenti di vigilanza sull’assegnazione degli incarichi, attraverso bandi di gara che non siano eccessivamente frammentati in archi temporali incompatibili con un serio piano stabilizzazione degli investimenti e del personale.
È necessario ogni sforzo per estromettere una volta per tutte dinamiche clientelistiche e infiltrazioni criminali, purtroppo molto diffuse in questo settore.
Risulta del tutto sterile e inappropriato parlare di svolta green se poi non si agisce concretamente sullo smaltimento dei rifiuti, eliminando tutti quei fattori che finora lo hanno reso in molti casi inefficiente e deleterio, per l’ambiente e i cittadini.