Si prospetta la cessione del 5% di Eni ed Enel, prevista ad ottobre.
Una privatizzazione che, come abbiamo già affermato, non ci piace affatto, ma se proprio deve essere fatta dovrà essere condotta con la massima trasparenza, ma soprattutto a condizione che tutte le risorse ricavate vengano destinate a concrete operazioni di rilancio occupazionale.
Nemmeno un Euro del ricavato dovrà andare a coprire i buchi di bilancio causati da sprechi e "generosi privilegi".
La priorità deve essere la ripresa. E' questa l'unica condizione per cui possiamo accettare la svendita di parte dei nostri "gioielli di famiglia", operazione che, senza tali presupposti, ruba risorse per il futuro dei giovani, le cui condizione e le cui difficoltà aumentano di giorno in giorno.
La crisi del potere di acquisto e dell'occupazione nel nostro Paese, come dimostrano gli ultimi dati, ha infatti raggiunto picchi impressionanti.
Sono di oggi i dati che portano la contrazione dei consumi nell'ultimo triennio al -10,7%. Secondo le ultime rilevazioni, invece, la disoccupazione si attesta a circa il 44%.
"È chiaro che se si vuole far ripartire l'economia bisogna avviare un piano straordinario per il lavoro, che sia in grado di restituire prospettive e futuro ai giovani." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef.
Per questo è necessario convogliare solo ed unicamente a tale scopo tutte le risorse ricavate dalle privatizzazioni.