In Comunicati, Politica Economica

L’Istat diffonde oggi i dati relativi al tasso di inflazione che, a gennaio 2018, si attesta al +0,2% su base mensile e del +0,8% su base annua. Un dato in netto rallentamento rispetto al 2017, il cui dato medio si attestava al +1,2%.

Si tratta del dato più basso da dicembre 2016. Una frenata dovuta principalmente alla crescita più lenta dei prezzi dei prodotti alimentari non lavorati, dei beni energetici non regolamentati e dei servizi relativi ai trasporti.

Tale tasso si traduce in una ricaduta pari a +240,00 Euro annui in più pagati da ogni famiglia. Un dato che, nonostante il rallentamento registrato, risulta insostenibile per le famiglie.

Decisamente più elevato il tasso relativo ai prodotti con maggiore frequenza di acquisto, quello che incide in misura maggiore sui redditi medio-bassi, che si attesta al +1,2%.

Questi dati si inquadrano in un contesto in cui le condizioni delle famiglie sono ancora critiche e spesso instabili. Soprattutto a causa della persistente crisi occupazionale, infatti, sono molte le famiglie che devono sopperire alla carenza di occupazione di figli e nipoti, facendosi carico del loro sostentamento per un onere pari a circa 450 Euro al mese, secondo quanto calcolato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori.

“In tale quadro si rivela fondamentale un intervento deciso del Governo per avviare un attento monitoraggio dei prezzi e delle tariffe e contrastare intollerabili fenomeni speculativi.” – dichiara Emilio Viafora, Presidente di Federconsumatori. 

Non ci stanchiamo di ribadire, infine, la necessità di avviare interventi incisivi sul fronte occupazionale e della redistribuzione dei redditi. Tali operazioni risultano fondamentali per risollevare i bilanci familiari e la domanda interna, per mettendo così di rimettere in moto la domanda interna e l’intera economia in maniera stabile e duratura.

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