Frena il tasso di inflazione a giugno: l’Istat rivela oggi come si sia attestato all’1,2%, in calo rispetto all’1,4% del mese precedente.
Un tasso di crescita che, seppure in decelerazione, comporta ricadute importanti per le famiglie, in special modo quelle in cui almeno uno dei componenti è senza lavoro.
L’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, ha calcolato che, per una famiglia media, le ricadute di tale incremento dei prezzi ammontano a +363,00 Euro annui che diventano, per una famiglia di 3 persone, pari a 423,93 Euro.
La differenza nell’aumento dei prezzi si percepisce anche a livello territoriale: basti pensare che le ricadute, sempre per una famiglia media, ammontano al Nord a 406,22 Euro, al Centro a 375,12 Euro ed al Sud a 292,60 Euro.
“Tale dato appare ancora elevato rispetto alla mancata crescita dei redditi delle famiglie e, soprattutto, alla luce dell’andamento occupazionale, che ancora segna importanti défaillances.” – sostiene Emilio Viafora, Presidente della Federconsumatori.
La mancanza di opportunità lavorative, infatti, rimane il problema principale del nostro Paese, che continua ad incidere in maniera diretta sui giovani e meno giovani disoccupati e, indirettamente, sui redditi delle famiglie che rappresentano l’unica forma di welfare per coloro che si trovano senza lavoro (con un onere pari a circa 450,00 Euro al mese).
In tale ottica è necessario che il Governo imprimendo un forte slancio al mercato occupazionale (attraverso lo stanziamento di investimenti per lo sviluppo, la ricerca e la modernizzazione), avviando, in tal modo, una nuova fase di crescita capace di avviare un processo di crescita del potere di acquisto dei cittadini, indispensabile al rilancio della domanda interna e dell’intera economia.