L’inflazione ad aprile segna quota 1,9%, in tasso più elevato registrato negli ultimi 4 anni.
Anche il carrello della spesa, vale a dire i prodotti a maggiore frequenza di acquisto, aumentano del +1,8%.
Con il tasso di inflazione a questi livelli, le ricadute per i cittadini sono pari a 562 Euro annui, per una famiglia tipo.
La preoccupazione maggiore deriva dal fatto che l’impennata dei prezzi è causata non dall’incremento della domanda interna, bensì dall’aumento ingiustificabile delle tariffe.
A trainare verso l’alto la dinamica generale dei prezzi, infatti, è specialmente l’aumento dei costi di energia elettrica e del gas, nonché dei servizi relativi ai trasporti.
Gli effetti di tali aumenti sono estremamente dannosi per le famiglie: è opportuno tenere a mente, infatti, che l’aumento del tasso di inflazione incide in maniera più spiccata specialmente sui redditi medio-bassi.
Tale andamento contribuirà ad intaccare ulteriormente il potere di acquisto delle famiglie, già fortemente ridotto a causa della crisi e dello stallo del mercato occupazionale.
È noto, infatti, come le famiglie rappresentino l’unica forma di sostegno per figli e nipoti disoccupati, che non riescono a trovare un’occupazione. Ciò pesa sui bilanci familiari per un importo di circa 450 Euro al mese.
È evidente che la risposta per risollevare le condizioni delle famiglie in crisi è necessario, da un lato, monitorare con attenzione e severità l’andamento delle tariffe, dall’altro agire concretamente per rimettere in moto la domanda occupazionale, dando un nuovo impulso alla crescita.
L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha recentemente stimato che, se il Governo avviasse le tanto sperate misure per il sostegno dell’occupazione portando il tasso di disoccupazione alla soglia del 6%, il potere di acquisto delle famiglie aumenterebbe di 40 miliardi di Euro l’anno.
Una spinta di questa portata alla domanda interna è fondamentale per innescare una nuova fase di crescita, che attivi un sistema virtuoso in grado di generare occupazione e dar luogo ad un ulteriore aumento della capacità di acquisto delle famiglie.