L’Istat conferma le stime dell’inflazione a Ottobre, che rimane stabile al +0,3%.
Significativo, invece, l’aumento del tasso relativo ai beni del cosiddetto carrello della spesa, che segnano + 0,8% (aumento raddoppiato rispetto al +0,4% di Settembre).
Questo si traduce, per le famiglie, in un aumento generalizzato dei costi, in termini annui, di +96,50 Euro, di cui ben 44,80 Euro nel settore alimentare.
Questo dato, se letto unitamente al calo della fiducia dei consumatori reso noto ieri e all’andamento del commercio, che ha segnato ad Agosto una diminuzione del -0,6% in valore e in volume rispetto al mese precedente, appare ancora più grave. Segna, infatti, lo stallo dell’economia e una crisi dei bilanci familiari che stentano a riprendersi.
Le famiglie attendono con ansia, infatti, il taglio del cuneo fiscale che contribuirà a far crescere il loro potere di acquisto. Inoltre non basta evitare l’aumento dell’IVA: è necessario operare una rimodulazione delle aliquote, per fare in modo che la tassazione non pesi in maniera eccessiva su alcuni beni di prima necessità che invece vengono considerati “beni di lusso” tassati al 22%.
Si rendono sempre più urgenti e fondamentali investimenti per la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, di cui in manovra non vi è alcuna traccia significativa: tali operazioni darebbero nuovo slancio non solo al mercato occupazionale, ma all’intero sistema economico, restituendo fiducia e prospettive alle famiglie.