Sono state appena diffusi dall’Istat i dati relativi all’inflazione: a novembre il tasso è fermo all'1,6%, lo stesso livello di ottobre. Il tasso dei prodotti del cosiddetto “carrello della spesa” sale allo 0,9% rispetto allo 0,7% del mese scorso.
Con l’inflazione a questi livelli gli aggravi annui per ogni famiglia raggiungono circa 474 Euro. A tale proposito è inoltre opportuno evidenziare che in questi anni stiamo assistendo ad un progressivo calo dei consumi a fronte però di un aumento della spesa media delle famiglie a causa dell’incremento dei costi relativi a tasse, utenze e servizi.
Gli aumenti gravano sulla situazione già critica che i cittadini devono affrontare ogni giorno e si rivelano ancor più pesanti in questo periodo dell’anno, in cui occorre fare i conti con le spese legate alle festività natalizie nonché con i pagamenti in scadenza alla fine dell’anno: l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha stimato che ogni famiglia stanzierà per i regali di Natale poco più di 132 Euro e che quasi il 90% dell’ammontare delle tredicesime sarà destinato al pagamento di rate, mutui, bollette, tasse e visite mediche.
Il problema principale, come abbiamo già sottolineato in altre occasioni, è rappresentato dal persistente divario tra l’impennata dei prezzi e la insufficiente crescita dei redditi medi: nel quinquennio 2013-2018 questi ultimi hanno subìto un incremento del +4,4% ma parallelamente la spesa è aumentata del +6,4%. Un andamento, questo, che ovviamente penalizza in misura maggiore i cittadini con redditi medio- bassi.
“E’ palese la necessità di provvedimenti immediati ed efficaci che restituiscano nuova linfa alla nostra economia: gli investimenti in ricerca, sviluppo e modernizzazione delle infrastrutture che invochiamo da tempo non possono più essere rinviati” – dichiara Emilio Viafora, Presidente di Federconsumatori.
Oltre ad operare per una stabile ripresa del sistema economico, è poi fondamentale che il Governo intervenga per rilanciare il mercato del lavoro: al Paese non servono forme di assistenzialismo ma azioni concrete che risolvano la persistente crisi occupazionale e che rilancino un’occupazione stabile e di qualità.