L’Istat conferma, per il sesto mese consecutivo, un’inflazione negativa al -0,3% a ottobre.
Un andamento, riporta l’istituto di Statistica, imputabile principalmente all’andamento dei prezzi dei Beni energetici (-9,5%). Pur confermandosi negativa, la flessione dell’indice Nic si dimezza rispetto al mese precedente. “Ciò è dovuto all’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +2,7% di settembre a +3,5%) e alla minore ampiezza della diminuzione, che rimane sostenuta, di quelli degli Energetici regolamentati (da -13,6% a -9,6%).” – osserva l’Istat.
Un andamento che, purtroppo, conferma le nostre preoccupazioni. Alla luce degli aggiornamenti dei costi dell’energia elettrica e del gas (rispettivamente +15,6% per l’elettricità e +11,4% per il gas) a partire da ottobre era prevedibile che tale voce ne avrebbe risentito. Allarma, inoltre, l’aumento dei costi dei beni alimentari freschi che crescono ancora attestandosi al +3,5%. Questo si traduce, in termini di spesa per le famiglie, in un aumento medio dei costi sostenuti per la spesa alimentare di +196 Euro annui a famiglia.
Non ci stancheremo di ripetere che tale aggravio pesa soprattutto sulle tasche delle famiglie con redditi medio-bassi, costrette a causa degli aumenti e della delicata situazione determinata dalle ricadute sul piano economico-occupazionale dalla pandemia, a ridurre i propri consumi ai beni essenziali, con evidenti ricadute sul fronte del commercio e della produzione.
Per questo torniamo a rivendicare un pronto intervento del Governo, teso all’avvio di piani per la ripresa economica, per il rilancio dell’occupazione e per la promozione dello sviluppo tecnologico. È necessario agire con determinazione per sostenere l’economia e le famiglie in questa delicata fase, sfruttando ogni strumento a disposizione non limitandosi a misure emergenziali, ma gettando le basi per una ripresa stabile.