Il tasso di inflazione segna a marzo un aumento del +0,8% su base annua, del +0,3% su base mensile.
A contribuire alla determinazione di tale tasso, in discesa rispetto alle stime, vi è l’aumento dei prezzi dei tabacchi e dei servizi relativi ai trasporti.
Il tasso di inflazione a tale livello determinerà un incremento a carico delle famiglie pari a 236,8 Euro annui.
Un aggravio che si abbatterà come un macigno sulle condizioni già precarie dei nuclei familiari, ancora impegnati a fare i conti con la crisi sul fronte occupazionale.
In tale contesto, tali aumenti non aiutano a sostenere la domanda interna che si trova in una fase di stallo. Basti pensare che, secondo i dati più recenti diffusi dall’Istat, la diminuzione dei consumi in volume segna quota -1,9%.
“Non osiamo immaginare cosa accadrà se, come si prospetta, non saranno sterilizzati gli aumenti dell’IVA in programma a partire dal 2019.” – Afferma Emilio Viafora, Presidente della Federconsumatori. – “Secondo le nostre stime, se non si interverrà concretamente per evitare gli aumenti, le famiglie dovranno far fronte, a regime, ad un aggravio di +795 Euro annui a famiglia.”
Per questo sollecitiamo un intervento urgente finalizzato, da un lato, all’adozione dei provvedimenti necessari per congiurare l’incremento dell’IVA, dall’alto la disposizione di un piano per la redistribuzione dei redditi e per il rilancio occupazionale.
Ci aspettiamo che, con un atto di responsabilità, siano queste le priorità assolute del Governo, non appena si sarà formato e insediato.
Proseguire in questa fase di stallo non è utile al Paese, che, per ricominciare ad intravedere reali spiragli di crescita, ha urgente bisogno di una seria operazione di rilancio.